domenica 13 marzo 2022

Legge Pinto: il diritto al risarcimento per irragionevole durata del processo

La legge 89/2001 ha introdotto in Italia la possibilità di pretendere dallo stato un risarcimento dei danni, nel caso in cui una causa penale, civile, contabile, amministrativa o di altra giurisdizione, duri più del tempo massimo che la legge prevede che tale causa possa durare.

 

L’intervento legislativo risponde all’esigenza di tutelare il diritto di ciascuno a vedere la sua causa esaminata e decisa entro un lasso di tempo ragionevole, corollario del principio del “giusto processo”, appositamente sancito dall’art. 111 della Costituzione e dall’art. 6 della CEDU.

 

La legge Pinto, infatti, ha introdotto nel nostro ordinamento un procedimento per il risarcimento dei danni, patrimoniali e non, derivanti dall’irragionevole durata del processo.

Nel caso in cui vengano superati tali termini il danneggiato potrà presentare ricorso e ottenere un indennizzo che va dai 400 agli 800 euro per ciascun anno di ritardo.

Il ricorso per l’equa riparazione può essere promosso in relazione a qualsiasi tipo di processo (civile, lavoro, penale, amministrativo) entro sei mesi dal passaggio in giudicato del provvedimento che conclude il giudizio di cui si lamenta l’eccessiva durata o in corso di causa.

Se, ad esempio, nel 2015 hai presentato un ricorso al T.A.R. e ad oggi il giudizio che ne è scaturito è ancora pendente, in ragione del ritardo, potrai presentare ricorso per ottenere un indennizzo.

Contattaci per avere maggiori informazioni.

 

 

 

domenica 6 marzo 2022

Bollette luce e gas a rate, facciamo chiarezza


 

Per le bollette emesse tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2022 è ora possibile richiedere la rateizzazione. La novità, introdotta dall'ultima Legge di Bilancio, prevede la dilazione degli importi in 10 rate sia per gli utenti del mercato tutelato che di quello libero. Un aiuto concreto per i clienti in difficoltà.


La possibilità di pagare a rate gli importi è prevista solo per le fatture non pagate emesse tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2022. Alla rateizzazione sono ammessi soltanto i clienti morosi, vale a dire quelli che hanno fatto scadere il termine per il pagamento delle fatture; non è prevista la possibilità di accordarsi per dilazionare gli importi prima della scadenza della fattura. L'offerta di rateizzazione arriva infatti con il sollecito di pagamento o con la messa in mora del cliente, il fornitore precisa nella comunicazione termini e modalità di pagamento di quanto dovuto.


Il pagamento può essere dilazionato per un periodo non superiore a 10 mesi, con il vantaggio che all'importo non vengono applicati gli interessi. Il 50% dell'importo va comunque versato con la prima rata, mentre la restante metà va versata in rate successive di uguale valore. La periodicità dei pagamenti a questo punto segue quella della fatturazione, quindi se la fatturazione è bimestrale, anche la rata dovrà essere pagata ogni due mesi. Se l'importo da dilazionare è inferiore a 50 euro, infine, il numero delle rate può essere ridotto, ma devono essere almeno due. 


Nonostante le linee guida stabilite dall'Arera, la normativa prevede che gli operatori possano offrire ai propri clienti soluzioni più vantaggiose. Eni gas e luce, per esempio, ha recentemente firmato un accordo con le associazioni dei consumatori che prevede la possibilità di chiedere la dilazione fino a 18 rate mensili in base all'importo della fattura e senza aspettare la scadenza dei termini.


Al momento il provvedimento andrà avanti fino al 30 aprile 2022, ma è probabile che entro questa data il Governo intervenga nuovamente per prorogarne i termini.