venerdì 13 luglio 2018

La trappola del contachilometri alterato.



Negli ultimi anni si sta diffondendo a macchia d’olio la pratica di alterazione del contachilometri per le auto di seconda mano messe in vendita. Il 40% di queste auto, infatti, risulta essere più “giovane” della realtà, cioè ha un numero di chilometri più allettante per l’acquirente.
Ormai non solo i privati ma anche le concessionarie, che dovrebbero essere fonte di garanzia, utilizzano questa pratica per accelerare la vendita. La modalità è sempre la stessa poiché è molto semplice attuarla: basta acquistare online ad un prezzo accessibile un software che, collegato direttamente all’auto, regola i chilometri effettuati dalla vettura. Dunque, chiunque sarebbe capace di manometterla e truffare gli ignari acquirenti.
Ovviamente questo non è un problema irrisolvibile, basta stare attenti e attuare mosse mirate che porteranno a comprendere quali sono i venditori onesti e quali no.
La prima cosa da fare quando ci si approccia ad un annuncio di vendita è controllare la reputazione del venditore (leggere recensioni e feedback di precedenti acquirenti) e chiedere il più possibile informazioni sullo storico dell’auto; se il venditore non avrà nulla da nascondere, non avrà problemi nel fornire informazioni su tutto ciò che chiederete.
Un altro passo importante da compiere è quello di visionare attentamente esterni ed interni dell’auto, prestando maggiore attenzione su questi ultimi: molto spesso i truffatori tendono a mettere a nuovo la carrozzeria dell’auto, lasciando volante, pedali e pomello del cambio molto usurati. Questa differenza potrebbe essere una spia per una eventuale truffa.
Un controllo più rapido e a portata di mano si può effettuare consultando il sito del Portale dell’Automobilista o l’app KM VERI: inserendo il numero di targa dell’autovettura si può consultare la data dell’ultima revisione e il numero di chilometri registrati in tale data.
Appena si è certi che è avvenuta la manomissione del contachilometri si hanno 60 giorni di tempo per la contestazione. Cosa accade dopo? Il venditore ha commesso un reato di truffa ed è perseguibile dalla legge secondo il codice penale, l’acquirente può chiedere al giudice lo scioglimento del contratto e pretendere la restituzione dell’importo. Infine il venditore rischia di ricevere multe dall’ AGCM (Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato) del valore compreso tra i 100.000 e 250.000 euro. Questa è un’ottima mossa per scoraggiare i truffatori e aiutare i venditori onesti.
Adoc Andria - Trani