venerdì 19 giugno 2015

Protezione solare e tumori. Come poter scegliere la miglior crema protettiva.


Un’indagine dell'Università di Chicago rileva che solo il 49% dei consumatori riesce a comprendere al meglio le etichette dei prodotti solari e i significati delle varie sigle come Spf, UV-B, UV-A.
Distinzione fondamentale riguarda le radiazioni UV-A che coinvolgono l'invecchiamento precoce della pelle e quelle di tipo B alle scottature, ma l'esposizione ad entrambi i tipi di raggi, UV-A e B, rappresenta un elevato fattore di rischio nello sviluppo dei tumori cutanei e forse una più chiara descrizione delle etichette potrebbe prevenire tali malanni.
Le etichette dei solari fabbricati in Europa hanno in via generale indicazioni comuni e non sono molto diverse da quelle delle altre categorie dei prodotti cosmetici. Contengono quindi la ragione sociale e l'indirizzo del responsabile di quel prodotto, generalmente il nome dell'azienda che lo commercializza, il numero di lotto per la tracciabilità, il contenuto, la funzione, la durata del prodotto e l'elenco degli ingredienti.
Una regola fondamentale è quella di non riutilizzare i solari dell’estate precedente, in quanto gli schermi non sono eterni. Una sigla al riguardo è data dal PaO che sta per “Period after opening”, illustrata mediante un barattolino con il tappo aperto, questa indicazione si usa per i prodotti che durano più di 30 mesi, conservati chiusi, ed indica il periodo di validità del prodotto una volta aperto". Invece se la durata è inferiore ai 30 mesi è specificata la data di scadenza con la seguente dicitura: “usare preferibilmente entro il..” oppure, alle volte, viene rappresentata una clessidra metà aperta e accanto il mese e l'anno di durata.
Generalmente i solari, una volta aperti, hanno una durata di 12 mesi perché è opportuno conservarli in ottime condizioni, non contaminati come invece accade frequentemente con la sabbia dell'estate precedente.
Un altro elemento fondamentale riguarda il livello di protezione. I solari riportano il grado di protezione ai raggi ultravioletti, sia di tipo B che A. Al riguardo la Commissione europea raccomanda di non superare il valore di Spf 50+, per la schermatura dai raggi di tipo B. La commissione precisa anche che le diciture 'protezione bassa', 'protezione media', 'protezione alta e 'altissima corrispondano, rispettivamente, ai valori 6-10, 15-20-25, 30- 50 e infine 50+.
Sempre la Commissione europea ricorda che un solare non può garantire la protezione del 100% dai raggi dannosi, smentendo l’idea di protezione totale, e che è opportuno scegliere quelli dotati anche di protezione contro i raggi UV-A, da abbinare all'indicazione dell'Spf e che tale protezione debba essere pari almeno ad un terzo del livello di protezione contro i raggi di tipo B. Stesso discorso vale anche per le etichette che indicano la resistenza all’acqua del solare, quindi sarebbe opportuno rimettere la protezione solare dopo ogni bagno.
Sui prodotti ci sono anche altre informazioni utili. Le più comuni, suggerite dalla Commissione europea ma, ancora una volta, non vincolanti per le industrie, sono soprattutto di buonsenso, come per esempio ricordare che un’esposizione eccessiva al sole costituisce un grave rischio per la salute.