giovedì 26 luglio 2018

Lampadine alogene al bando: da settembre solo LED


Da molti anni a questa parte si sta parlando di lampadine a LED come ottime sostitute dell’alogena: questo perché gradualmente si sta cercando di eliminare tutti i supporti a bassa resa energetica a favore di nuovi strumenti che innanzitutto siano maggiormente sostenibili per l’ambiente e anche più efficienti a livello energetico.
Il Piano di Efficienza Energetica approvato dall’Unione Europea nel 2011 parlava chiaro: l’obiettivo è di raggiungere un approvvigionamento energetico sostenibile e di diminuire le emissioni di gas serra. A seguito di ciò, nel 2016, correva voce di una normativa Europea che mettesse al bando in modo definitivo le lampadine tradizionali. I produttori di supporti di illuminazione, inoltre, in quel periodo avevano ricevuto un fermo stop per la produzione di lampade alogene: da quel momento in poi, queste sarebbero state vendute nei punti vendita fino ad esaurimento scorte.
Se questo era però solo un monito da parte dell’UE, dal 1° settembre 2018 la normativa sarà effettiva su tutti i fronti: non sarà più possibile vendere, e di conseguenza acquistare lampade alogene all’interno dei punti vendita. Al loro posto saranno da preferire lampadine a LED, che come già detto in precedenza, hanno molti più vantaggi sia dal punto di vista ecologico (al contrario dei LED, le lampadine alogene contengono tracce di mercurio, dannoso per l’ambiente) che da quello economico, giacché la durata media di una luce a LED va da 30.000 a 100.000 ore, andando a favore delle tasche della popolazione, che non sarà più costretta a cambiare ogni anno le lampadine della propria abitazione.
Chi è davvero a conoscenza di questa nuova normativa? Strano ma vero, gli italiani sono quelli che in Europa ne sanno di più. Secondo una recente indagine, infatti, il 57% degli intervistati in Italia è a conoscenza di questa normativa, anche se circa un terzo della popolazione acquista ancora lampadine tradizionali; francesi, svedesi e tedeschi si aggirano sul 40-50% e in coda troviamo gli inglesi, solo il 35% degli intervistati è consapevole del cambiamento in atto.
Adoc Andria - Trani
Miriana e Luca

mercoledì 25 luglio 2018

TD, IL NUOVO VOLTO DELLA BOLLETTA DELL’ENERGIA ELETTRICA



Per quasi la totalità della popolazione italiana la situazione “bolletta elettrica” sta cambiando radicalmente, o meglio, il cambiamento è iniziato circa due anni fa, nel 2016, quando è stato scelto un sistema di pagamento dell’energia non più basato sulla progressività, che permetteva a chi consumava di meno di pagare meno, ma basato prevalentemente sui costi fissi.
In che cosa consiste il cambiamento? Se prima di quest’anno la bolletta era costituita da tre diverse tariffe (D1, D2, D3), da quest’anno ci sarà esclusivamente la Tariffa Domestica (TD). Con quest’ultima cambierà il modo in cui si determinano i servizi di rete e gli oneri generali. Le spese di trasporto saranno uguali per tutti, mentre gli oneri saranno differenziati a seconda della tipologia di clientela, residenziale o no.
Tra le intenzioni che hanno portato a questo cambiamento, c’è quella di incentivare l’utilizzo di sistemi energetici efficienti, come le pompe di calore, che sfruttano fonti di energia rinnovabile. Del resto, chi ha già scelto per la propria casa sistemi elettrici preferendoli a quelli a gas inizierà dalla prima bolletta del nuovo anno a vedere i benefici del cambio tariffario. Questo infatti farà notevolmente risparmiare coloro che consumano più di 2700 kWh all’anno (si parla di circa 70 euro risparmiati), invece per gli altri ci sarà un aumento annuale stimato circa a 50 euro.
Chi invece fa ancora uso di sistemi a gas è in tempo per pensare di approfittare di questa modifica nel sistema di tariffazione per fare degli interventi atti al miglioramento dell’efficienza energetica nelle abitazioni: l’ideale sarebbe ad esempio sostituire i piani cottura a gas con quelli ad induzione o installare scaldabagni elettrici al posto di quelli a gas per usufruire dell’acqua calda.
Per avere un ulteriore risparmio la strada da seguire è quella del rinnovabile, più precisamente stiamo parlando del Solare Termico. Questo sistema infatti permette di trasformare l’energia solare in calore atto a riscaldare l’acqua e ciò comporterebbe non solo un risparmio economico consistente ma anche una maggiore sostenibilità per l’ambiente, riducendo le emissioni di CO2e di altre sostanze inquinanti.
Ad incentivare questi cambi ci sarebbe anche la possibilità di richiedere al proprio Comune di residenza un bonus elettrico che permette di beneficiare di uno sconto del 30% sulle tariffe dell’energia alle famiglie numerose, con problemi economici consistenti o con membri affetti da malattie gravi.
Le modifiche al metodo di tariffazione sarebbero dovute terminare ed entrare completamente in vigore a partire dal 1° gennaio 2018, ma il Governo Italiano, assieme all’AEEGSI (Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas, e il Sistema Idrico) hanno prolungato questo termine fino al 1° gennaio del 2019 per non gravare su quelle famiglie che verranno maggiormente penalizzate da questo cambiamento e che già da quest’anno si ritroveranno ad affrontare spese più alte rispetto agli anni passati.
Adoc Andria - Trani

lunedì 23 luglio 2018

Wind: cambiamenti a partire dal 23 luglio



Secondo alcuni insistenti rumours, Wind riserverà una sorpresa che potrà non piacere ai suoi nuovi clienti: infatti, le nuove schede attivate a partire dalla giornata odierna, al solito costo di 10 €,avranno al loro interno non più un credito telefonico di un euro, bensì di un solo centesimo che andrà a rappresentare un credito simbolico per il cliente.
A partire dalla stessa giornata inoltre, sia “Passa a Wind” che due delle offerte in abbonamento, “Wind Family” e “Wind Company”, dovrebbero apportare modifiche al loro piano.
Se le offerte in abbonamento abbasseranno il loro costo di attivazione da 5€ a 4€, a favore dell’utenza, invece Passa a Wind apporterà modifiche al roaminginternazionale. Le conseguenze di questo cambiamento saranno l’abbassamento del quantitativo di Giga in 4G utilizzabili all’interno dei Paesi dell’Unione Europea. Questo tetto massimo di traffico internet però, non è stato definito universalmente per tutte le promozioni ma varierà a seconda dell’offerta attivata dal cliente. Uguale per tutti sarà invece il sovrapprezzo per coloro che supereranno questa soglia imposta, che è pari a 0,7 centesimi a megabyte.
Vi ricordiamo che quanto riportato in questo articolo è solo una indiscrezione, visto che Wind non ha rilasciato alcun aggiornamento a riguardo.
Adoc Andria - Trani

venerdì 13 luglio 2018

La trappola del contachilometri alterato.



Negli ultimi anni si sta diffondendo a macchia d’olio la pratica di alterazione del contachilometri per le auto di seconda mano messe in vendita. Il 40% di queste auto, infatti, risulta essere più “giovane” della realtà, cioè ha un numero di chilometri più allettante per l’acquirente.
Ormai non solo i privati ma anche le concessionarie, che dovrebbero essere fonte di garanzia, utilizzano questa pratica per accelerare la vendita. La modalità è sempre la stessa poiché è molto semplice attuarla: basta acquistare online ad un prezzo accessibile un software che, collegato direttamente all’auto, regola i chilometri effettuati dalla vettura. Dunque, chiunque sarebbe capace di manometterla e truffare gli ignari acquirenti.
Ovviamente questo non è un problema irrisolvibile, basta stare attenti e attuare mosse mirate che porteranno a comprendere quali sono i venditori onesti e quali no.
La prima cosa da fare quando ci si approccia ad un annuncio di vendita è controllare la reputazione del venditore (leggere recensioni e feedback di precedenti acquirenti) e chiedere il più possibile informazioni sullo storico dell’auto; se il venditore non avrà nulla da nascondere, non avrà problemi nel fornire informazioni su tutto ciò che chiederete.
Un altro passo importante da compiere è quello di visionare attentamente esterni ed interni dell’auto, prestando maggiore attenzione su questi ultimi: molto spesso i truffatori tendono a mettere a nuovo la carrozzeria dell’auto, lasciando volante, pedali e pomello del cambio molto usurati. Questa differenza potrebbe essere una spia per una eventuale truffa.
Un controllo più rapido e a portata di mano si può effettuare consultando il sito del Portale dell’Automobilista o l’app KM VERI: inserendo il numero di targa dell’autovettura si può consultare la data dell’ultima revisione e il numero di chilometri registrati in tale data.
Appena si è certi che è avvenuta la manomissione del contachilometri si hanno 60 giorni di tempo per la contestazione. Cosa accade dopo? Il venditore ha commesso un reato di truffa ed è perseguibile dalla legge secondo il codice penale, l’acquirente può chiedere al giudice lo scioglimento del contratto e pretendere la restituzione dell’importo. Infine il venditore rischia di ricevere multe dall’ AGCM (Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato) del valore compreso tra i 100.000 e 250.000 euro. Questa è un’ottima mossa per scoraggiare i truffatori e aiutare i venditori onesti.
Adoc Andria - Trani

martedì 10 luglio 2018

Fatture a 28 giorni, rimborsi entro fine anno.


Da giugno 2017 le maggiori compagnie telefoniche in Italia hanno iniziato a fatturare a 28 giorni i servizi di telefonia, fissa e mobile. Così facendo, le aziende hanno modificato la periodicità dell’invio delle bollette: da mensili a settimanali. Questo cambiamento ha causato un aumento da 12 a 13 mensilità annuali che corrispondono ad un sovraccarico medio delle tariffe dell’8,6%: attraverso questo aumento gli operatori hanno incassato 2 miliardi di euro a danno degli utenti.
Ad intervenire sin da subito sulla questione è stata l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che ha stabilito che gli operatori di telefonia Wind, Tre, Tim, Vodafone e Fastweb dovranno effettuare un rimborso immediato, nella prima bolletta mensile, dei giorni illegittimamente erosi a seguito del cambio della periodicità delle fatturazioni. Questo anche a seguito della decisione del legislatore che ha stabilito l’obbligo di ritornare ad una fatturazione mensile, impedendo di fatto agli operatori di continuare a perseverare nell’invio di bollette a cadenza settimanale.
Nel mese di dicembre 2017però, l‘Agcom è stata costretta a intervenire sanzionando gli operatori per la mancata osservanza della propria delibera: la multa è di 1,16 milioni di euro per ciascun operatore. 
A questo punto gli operatori hanno fatto ricorso al Tar del Lazio che ha sospeso la delibera dell’Agcom, poiché questa avrebbe potuto incidere notevolmente sugli equilibri economici delle aziende, in quanto si tratta di cifre molto elevate, come già detto in precedenza. 
Solo dopo aver considerato le necessità delle compagnie telefoniche e le Associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori, l’Autorità ha disposto un nuovo termine, il 31 dicembre 2018, entro il quale le aziende dovranno restituire alla clientela i giorni erosi a causa della fatturazione a 28 giorni.
Il calcolo dei suddetti giorni riguarderà il periodo compreso tra il 23 giugno 2017, giornata in cui la fatturazione a 28 giorni ha avuto inizio, e il giorno in cui è stata ripristinata la normale fatturazione mensile delle tariffe.
Recentemente alcuni operatori come Tim però, ritornando alla fatturazione mensile, hanno innalzato le tariffe dell’8,6%, corrispondente proprio alla percentuale di guadagno in più delle aziende dovuto alla ormai illegale fatturazione a 28 giorni. In sostanza, anche se il metodo di fatturazione è ritornato ad essere mensile, di fatto le aziende incassano annualmente quello che ricavavano dalla fatturazione a 28 giorni, divisa non più in 13 ma 12 mensilità. Anche questa mossa da parte degli operatori però è stata segnalata subito all’Antitrust che si occuperà di dichiarare o meno legittima questa azione.
Adoc Andria