domenica 27 febbraio 2022

Cartelle esattoriali, nuova rateazione


Ottime notizie per i contribuenti che non sono riusciti a pagare le rate delle cartelle esattoriali. Questi avranno la possibilità di richiedere una nuova rateazione entro il 30 aprile 2022, grazie a un emendamento approvato in sede di conversione in legge del Decreto Milleproroghe.

Questa nuova possibilità si applica ai carichi i cui piani di dilazione erano decaduti prima delle sospensioni dovute alla pandemia (8 marzo 2020 o 21 febbraio 2020 per i contribuenti che in quel momento erano in Zona Rossa), per i quali i termini per la richiesta di un’ulteriore rateazione erano scaduti il 31 dicembre 2021, portando ora questa data al 30 aprile 2022.

Con la nuova dilazione sarà possibile richiedere fino a un massimo di ulteriori 72 rate (6 anni), senza necessità di saldare le rate scadute al momento della nuova richiesta. Le somme già versate restano quindi definitivamente acquisite.

Sarà dunque possibile fare richiesta per la nuova dilazione attraverso l’apposito servizio online messo a disposizione da Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Si specifica che, in ogni caso, si attende il varo della legge di conversione del decreto Milleproroghe 2022 per la conferma definitiva della novità, e per l’avvio delle procedure operative da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

domenica 20 febbraio 2022

Rimborso per disservizio telefonico



I disservizi telefonici sono frequenti e seccanti, e quando capitano l’unica cosa che vorremmo è risolvere più in fretta possibile. Ma a volte i gestori ci mettono più tempo del previsto: almeno, in quei casi, si ha diritto a un rimborso.

Dal momento in cui si riscontra il malfunzionamento della linea, mobile, fissa o internet che sia, la prima cosa che va fatta è effettuare tempestivamente una segnalazione alla compagnia telefonica di riferimento.

Si può segnalare il disservizio in diversi modi:

  • telefonare al numero del Servizio Clienti;
  • usare l’AppMobile o il sito ufficiale, con le varie pagine di supporto o assistenza digitale;
  • inviare una mail ordinaria;
  • scrivere una PEC, una Raccomandata A/R o un Fax (modalità consigliate dato che hanno validità legale).

I disservizi più comuni tra le compagnie telefoniche sono:

  • interruzione della linea;
  • malfunzionamento della linea fissa;
  • problemi di connessione;
  • doppia fatturazione;
  • ritardo nella ricezione delle bollette;
  • ritardo nell’attivazione di una nuova SIM.

La problematica deve essere risolta entro e non oltre le 72 ore lavorative. 

Molte volte, però, il limite che si pongono le stesse compagnie telefoniche sulla Carta dei Servizi è ancora più breve: per esempio Fastweb si dà 48 ore per l’attivazione di una SIM, e se non rispetta i tempi concede ai suoi clienti un rimborso pari a 6€ per ogni giorno in più fino a un massimo di 10 giorni.

Per poter ottenere un rimborso, bisogna richiederlo avviando una procedura di reclamo.

Si deve tenere a mente che le compagnie dovranno rispondere entro 45 giorni, altrimenti si avrà diritto a un ulteriore rimborso per ogni giorno di ritardo.

domenica 13 febbraio 2022

Buoni fruttiferi postali prescritti: facciamo chiarezza

 

Il Buono fruttifero postale un tempo fruttava interessi elevati. Oggi i profitti si sono notevolmente ridotti a rendimenti annui che variano tra lo 0,25 e 0,75% – tranne per i buoni dedicati ai minori il cui rendimento arriva fino a 2,50% – ma comunque rimangono uno strumento che garantisce sicurezza e tutela dei risparmi. Il rimborso del capitale è, infatti, garantito così come gli interessi maturati fino alla scadenza o fino al momento in cui il titolare decide di disinvestire. Esiste un solo caso in cui si potrebbero perdere sia capitale che interessi: la prescrizione. Eppure una soluzione a questa eventuale problematica esiste.

Per prescrizione, in questo caso, si intende la possibilità, da parte del risparmiatore, di poter riscuotere il capitale e gli interessi in quanto trascorsi dieci anni dalla scadenza dei buoni stessi. Pertanto, una volta superato il termine ultimo di sottoscrizione del contratto, i Buoni non frutteranno più alcun interesse. In più, se passano dieci anni, capitale ed interessi non potranno più essere riscossi. Il titolare del prodotto, dunque, deve essere celere e non dimenticare la scadenza.

Il discorso – è bene precisarlo – non riguarda i Buoni fruttiferi postali dematerializzati in quanto Poste Italiane effettua l’accredito automatico una volta raggiunta la scadenza. 

Cosa fare se per un buono fruttifero postale cartaceo non è richiesto il rimborso in tempo? Esiste la possibilità di recuperare i risparmi? Al momento dell’acquisto del Buono Fruttifero, Poste Italiane dovrà fornire al sottoscrittore un Foglio Informatico Analitico completo delle condizioni contrattuali dove dovrà essere esplicitamente indicata la data di scadenza. Il Buono cartaceo, infatti, non contiene tale informazione che il cliente, invece, ha il diritto di conoscere. Di conseguenza, qualora il Foglio non sia stato consegnato contestualmente all’acquisto, il cliente ha il diritto di richiedere indietro il capitale versato e gli interessi anche trascorsi i dieci anni di prescrizione. 

Il percorso a sostegno della propria tesi potrebbe rivelarsi lungo e di non facile soluzione. Intanto si dovrà inviare un reclamo a Poste Italiane S.p.a. e trascorsi 60 giorni senza ricevere riscontro o a seguito di diniego, si dovrà citare Poste Italiane in giudizio o adire l’ABF. 

È bene sottolineare che diversi tribunali hanno decretato sentenze in favore dei titolari dei Buoni fruttiferi. Nulla è perduto, dunque, una soluzione alla prescrizione esiste.


domenica 6 febbraio 2022

Nuovo sms-truffa, anche l’Italia vittima del virus che svuota il conto corrente


Attenzione a un nuovo virus che prende di mira gli smartphone Android. Diffusissimo in tutta Europa e ora anche in Italia, questo virus è capace di svuotare i risparmi dalle app di home banking utilizzate dalle vittime. Il suo nome è Brata, ed era stato identificato già nel 2019 dagli esperti di sicurezza informatica di Kaspersky. Negli ultimi giorni il monitoraggio delle truffe informatiche ha registrato una significativa impennata della minaccia in tutta Europa, a causa di un aggiornamento del virus che lo renderebbe operativo anche al di fuori dal Brasile, paese di origine.

Come per altri virus simili, tutto parte da un messaggio sms di pishing (noto anche come 'smishing’) che finge di arrivare dal proprio istituto di credito. All'interno è contenuto un link che richiede di essere cliccato ed una volta cliccato, dirotta il malcapitato ad un sito che avvia in automatico l'app denominata 'Antispam' o 'Sicurezza dispositivo'.

L’utente accettando l'installazione dell'applicazione, viene reindirizzato ad una pagina web nella quale viene invitato ad inserire i codici personali per accedere al proprio home banking. A quel punto, il virus comincia a 'registrare' e sottrarre i fondi dei correntisti. Al termine dell'operazione, come ultima beffa, Brata resetta totalmente lo smartphone.

I consigli per non cadere in queste trappole finanziarie sono sempre gli stessi:

  • evitare di aprire link ricevuti via sms o chat (anche se apparentemente inviati dal proprio istituto di credito);
  • non installare applicazioni esterne al Play Store di Android (le app degli store ufficiali sono verificate e quelle potenzialmente dannose eliminate).