Un’indagine dell'Università di
Chicago rileva che solo il 49% dei consumatori riesce a comprendere al meglio
le etichette dei prodotti solari e i significati delle varie sigle come Spf,
UV-B, UV-A.
Distinzione fondamentale riguarda
le radiazioni UV-A che coinvolgono l'invecchiamento precoce della pelle e
quelle di tipo B alle scottature, ma l'esposizione ad entrambi i tipi di raggi,
UV-A e B, rappresenta un elevato fattore di rischio nello sviluppo dei tumori
cutanei e forse una più chiara descrizione delle etichette potrebbe prevenire
tali malanni.
Le etichette dei solari fabbricati
in Europa hanno in via generale indicazioni comuni e non sono molto diverse da
quelle delle altre categorie dei prodotti cosmetici. Contengono quindi la
ragione sociale e l'indirizzo del responsabile di quel prodotto, generalmente
il nome dell'azienda che lo commercializza, il numero di lotto per la
tracciabilità, il contenuto, la funzione, la durata del prodotto e l'elenco
degli ingredienti.
Una
regola fondamentale è quella di non riutilizzare i solari dell’estate
precedente, in quanto gli
schermi non sono eterni. Una sigla al riguardo è data dal PaO che sta per “Period
after opening”, illustrata mediante un barattolino con il tappo aperto, questa
indicazione si usa per i prodotti che durano più di 30 mesi, conservati chiusi,
ed indica il periodo di validità del prodotto una volta aperto". Invece se
la durata è inferiore ai 30 mesi è specificata la data di scadenza con la
seguente dicitura: “usare preferibilmente entro il..” oppure, alle volte, viene
rappresentata una clessidra metà aperta e accanto il mese e l'anno di durata.
Generalmente i solari, una volta
aperti, hanno una durata di 12 mesi perché è opportuno conservarli in ottime
condizioni, non contaminati come invece accade frequentemente con la sabbia
dell'estate precedente.
Un
altro elemento fondamentale riguarda il livello di protezione. I solari riportano il grado di
protezione ai raggi ultravioletti, sia di tipo B che A. Al riguardo la
Commissione europea raccomanda di non superare il valore di Spf 50+, per la
schermatura dai raggi di tipo B. La commissione precisa anche che le diciture
'protezione bassa', 'protezione media', 'protezione alta e 'altissima
corrispondano, rispettivamente, ai valori 6-10, 15-20-25, 30- 50 e infine 50+.
Sempre la Commissione europea
ricorda che un solare non può garantire la protezione del 100% dai raggi
dannosi, smentendo l’idea di protezione totale, e che è opportuno scegliere
quelli dotati anche di protezione contro i raggi UV-A, da abbinare
all'indicazione dell'Spf e che tale protezione debba essere pari almeno ad un
terzo del livello di protezione contro i raggi di tipo B. Stesso discorso vale
anche per le etichette che indicano la resistenza all’acqua del solare, quindi
sarebbe opportuno rimettere la protezione solare dopo ogni bagno.
Sui prodotti ci sono anche altre
informazioni utili. Le più comuni, suggerite dalla Commissione europea ma,
ancora una volta, non vincolanti per le industrie, sono soprattutto di
buonsenso, come per esempio ricordare che un’esposizione eccessiva al sole
costituisce un grave rischio per la salute.