sabato 31 dicembre 2016
mercoledì 7 dicembre 2016
L’Adoc Andria: i lavoratori contro il Governo per i ritardi nel rinnovare i contratti e annunciano ricorsi collettivi
Dopo la definizione della trattativa per
il rinnovo dei contratti statali avvenuta il 30 novembre,
l’associazione a difesa dei consumatori Adoc Andria
sostiene che il Governo non abbia soddisfatto a pieno le aspettative
degli impiegati nella pubblica amministrazione proponendo ai lavoratori
modiche 85 euro lorde in busta paga. Inoltre annuncia la partenza di
ulteriori ricorsi collettivi volti a far ottenere ai
dipendenti statali l’indennizzo loro spettante per l’illegittimo blocco
delle retribuzioni. Sempre più numerosi sono i pubblici dipendenti che
si sono determinati a fare causa allo Stato attraverso l’iniziativa
dell’Adoc per ottenere il risarcimento dei danni subiti a causa del
blocco dei contratti pubblici ritenuto illegittimo dalla Corte
Costituzionale.
L’Adoc Andria ritiene che gravi sono stati i ritardi da parte del Governo nel rinnovare i contratti,
che, nonostante una precisa sentenza della Consulta, hanno prodotto
ingenti perdite economiche ai lavoratori, che nel periodo 2010-novembre
2016 ammontano a più di 10.000 euro a dipendente. Per questo motivo,
dopo le numerose pronunce dei tribunali che hanno dato ragione ai
lavoratori, l’Adoc Andria ha deciso di far partire una nuova iniziativa
legale collettiva.
Adoc Andria
martedì 22 novembre 2016
E-Commerce e Spedizioni, tutto quello che c’è da sapere
http://www.adocnazionale.it/commerce-spedizioni-quello-ce-sapere/
mercoledì 16 novembre 2016
mercoledì 9 novembre 2016
lunedì 7 novembre 2016
Rottamazione delle cartelle esattoriali
È di
particolare rilevanza per l’Associazione dei Consumatori Adoc di Andria fare
chiarezza su alcuni aspetti riguardanti la tanto discussa “rottamazione delle
cartelle esattoriali”.
Tutti gli uffici di Equitalia presenti sul
territorio, all’apertura dei battenti, dovranno mettere a disposizione i moduli
per richiedere la «definizione agevolata». Ma l’invio della domanda potrà
essere fatto anche con una semplice e-mail o con posta elettronica certificata.
Attenzione però, qualche modifica potrebbe ancora essere possibile: proprio questa settimana la commissione Bilancio della Camera esaminerà le proposte di modifica al decreto, che prevedono tra l'altro un allungamento del periodo di rateizzazione.
Attenzione però, qualche modifica potrebbe ancora essere possibile: proprio questa settimana la commissione Bilancio della Camera esaminerà le proposte di modifica al decreto, che prevedono tra l'altro un allungamento del periodo di rateizzazione.
L’adesione parte dal 7 novembre e
dovrà essere fatta entro il 23 gennaio. Sul modulo di adesione, che ha il
codice 'DA1' i contribuenti, dopo essersi identificati, devono indicare le
cartelle Equitalia (e i relativi "carichi") per le quali chiedono la
definizione agevolata, definendo la modalità di pagamento che potrà essere
effettuata in unica soluzione o dilazionata in un massimo di quattro rate,
l’ultima delle quali va saldata entro il 15 marzo 2018. Nel caso in cui vi
fossero eventuali giudizi pendenti occorre rinunciare.
La rottamazione vale per tutte le cartelle
esattoriali, non solo per quelle di Equitalia. In pratica potranno essere
pagate senza interessi e sanzioni anche le iscrizioni a ruolo fatte dagli altri
concessionari. La norma riguarda i ruoli relativi agli anni 2000-2015. Sarà
possibile usufruire dello «sconto» anche per l’Iva, ma solo se l’imposta non
riguarda il pagamento all’importazione. Per le multe stradali, invece, lo
sconto riguarda i soli interessi e le altre maggiorazioni previste. Anche su
questo potrebbero arrivare novità con la possibilità dei singoli comuni di non
permettere la rottamazione.
Dopo l’adesione, ed entro il 24 aprile, Equitalia
dovrà comunicare a chi ha aderito l’importo complessivo dovuto e le singole
rate, con la data di scadenza di ciascuna. Unitamente all’adesione saranno
inviati anche i relativi bollettini.
Al momento sono previste solo quattro rate. Ma in
parlamento il dibattito è aperto per un allungamento del periodo, fino a tutto
il 2018. Al momento le prime due rate saranno pari ciascuna ad un terzo del
dovuto, le ultime due ad un sesto. Sulle rate saranno calcolati gli interessi
ma chi vuole può pagare in un’unica soluzione. Le prime tre rate dovranno
essere comunque versate entro il 15 dicembre 2017, la quarta entro il 15 marzo
2018.
Attenzione però! Il fisco sarà
inflessibile per chi non paga le rate previste, ma anche per chi lo fa in modo
ridotto o ritardato. Salta la "rottamazione" e tornano a scattare
sanzioni e interessi delle vecchie cartelle.
Per quanto riguarda le modalità di pagamento, il
versamento della "cartella scontata" potrà essere fatto anche con la
domiciliazione sul conto della banca, oppure con i bollettini precompilati.
Possibile anche versare direttamente agli sportelli Equitalia.
Anche i contribuenti che hanno già in parte
pagato la cartella, magari attraverso il meccanismo della rateizzazione,
potranno aderire alla «definizione agevolata». In questo caso l’importo da
pagare sarà quello del debito residuo sul capitale. Mentre le sanzioni e gli
interessi già pagati non si potranno recuperare. Per coloro che invece hanno
una rateazione in corso: chi aderisce si bloccano le rate concordate; la revoca
scatta con il primo pagamento della definizione agevolata, quindi vanno versate
le eventuali rate in cadenza quest’anno fino a tutto dicembre.
Inoltre per aderire, il contribuente, dovrà
espressamente dichiarare di rinunciare ad eventuali procedimenti aperti davanti
alle commissioni tributarie o ai tribunali. In pratica dovrà rinunciare a
potare avanti le liti relative alla cartella che sta versando.
Dalla presentazione della richiesta di adesione
alla definizione agevolata si fermano i tempi di prescrizione e decadenza ma
anche quelli per le ''azioni esecutive» del fisco, come le ganasce fiscali o il
pignoramento. Non si fermano però le operazioni già scattate.
venerdì 28 ottobre 2016
Storno fatture TIM
Questo nostro associato è riuscito ad ottenere una riduzione della debitoria nei confronti della TIM con un risparmio di € 300,00.
mercoledì 3 agosto 2016
Comunicato stampa
Banche popolari pugliesi, preoccupazione tra i piccoli
azionisti/risparmiatori
Sono
migliaia e migliaia i risparmiatori pugliesi e lucani, preoccupati per la
situazione che sta investendo le banche popolari pugliesi, che quest'anno hanno
visto drasticamente calare il valore delle proprie azioni.
Si
tratta dell'ultima vicenda che sta interessando il sistema bancario italiano,
purtroppo concentrato a discutere delle soluzioni da adottare per il
salvataggio delle banche del centro nord, vedasi Veneto Banca e Popolare di
Vicenza e completamente latitante per le vicende altrettanto delicate delle
banche del meridione e pugliesi in particolare.
Perdite
che riguarderebbero istituti di credito non quotati, le cui azioni sono
divenute ormai illiquide, non essendoci più compratori disposti ad acquistarle.
Come
dicevamo sono migliaia i risparmiatori che in questi giorni stanno affollando gli
sportelli bancari per cercare di capire cosa avverrà dei loro risparmi,
investiti su pacchetti azionari, ieri considerati allettanti ed oggi con valori
ridotti dal 30 al 50%.
Un
copione già visto quello che vede coinvolti i risparmiatori pugliesi e lucani.
Per svariati anni, molte banche popolari hanno collocato ai propri clienti
azioni della stessa banca, con valori stabiliti dall’istituto di credito e
basati su stime approntate dalla stessa banca o da società di valutazione
incaricate dagli stessi istituti. Azioni di fatto non rivendibili sul libero
mercato e, pertanto, illiquide, con un valore reale di molto inferiore.
Per
una di queste addirittura a ottobre ci sarà la trasformazione in Società per
Azioni, dopo che nell'ultima assemblea è stato ridotto il valore dell'azione
del 22%, passando dal 9,53 al 7,50 euro.
Per
un'altra banca con ramificazioni storiche anche nella vicina Basilicata, non
solo il valore è crollato alla metà di quello che era solo nel 2013 ma
addirittura ci sono problemi nella costituzione del fondo di riacquisto,
stabilito nell'ultima assemblea dei soci dell'aprile scorso.
Le
perdite per i piccoli risparmiatori sono veramente incalcolabili. Da premettere
che solo qualche mese addietro i dati non ufficiali facevano propendere per una
tenuta del valore dell'azione, e quindi con conseguenti pressioni da parte di
molti funzionari delle banche popolari ai propri azionisti, a non vendere il
proprio pacchetto di titoli.
«La
drammaticità della situazione – spiega l’Avv. Saverio Giurano di Andria, referente
della locale sede ADOC che si sta occupando del caso con l’ausilio dell’Avv.
Michele Coratella in tutta la Puglia e Basilicata – è dato dal fatto che veniva
spacciato per investimento sicuro e remunerativo un collocamento azionario che
ha esposto i risparmiatori a grossi rischi, compresi molti pensionati o persone
con età dagli ottant'anni in su. In pratica sono stati impegnati i risparmi di
una vita o quelli derivanti dalla vendita di immobili di famiglia, sono così
finiti ad alimentare queste pericolose operazioni finanziarie.
Io
mi chiedo se sono stati realmente resi edotti i risparmiatori dei rischi a cui
andavano incontro? E’ stato fatto firmare ogni utile documento su quelli che
erano le criticità sottese a tale investimento azionario? Come si comporteranno
tali banche adesso che si trasformeranno in Società per azioni? Quale sarà il
prezzo di recesso che fisseranno per i risparmiatori che non intendono
partecipare a tale trasformazione?
Auspichiamo
che i presidenti dei consigli di amministrazioni mettano in campo ogni azione
utile atta a scongiurare ogni ulteriore pericolo nei confronti dei
risparmiatori. E’ assurdo pensare che in alcuni casi i componenti dei Consigli
di amministrazione, a fronte di queste situazioni si siano addirittura
aumentati i compensi o abbiano destinato a beneficenze determinati somme, pur a
fronte delle vistose perdite riscontrate.
Toccherà
adesso alla magistratura accertare le responsabilità del caso, così da
consentire ai risparmiatori di vedersi restituire le somme inizialmente
investite, a titolo di risarcimento del danno patito.
Per
quanti si dovessero trovare a possedere azioni delle popolari pugliesi, l'ADOC
mette a disposizione i propri recapiti per poter fornire ogni ulteriore
informazione o assistenza: email andria.bat@adocpuglia.it,
oppure rivolgersi presso la sede di Andria, di via M. Attimonelli n. 60 (Pendio
San Lorenzo) -tel 0883.883321.
ADOC – Sede di
Andria
Resp. Marilena
Berardino
Via M. Attimonelli,
60
Tel/Fax -
0883.883321
andria.bat@adocpuglia.it
venerdì 20 maggio 2016
Bolletta dell’acqua, ecco le nuove regole.
Dal 2016 la
bolletta di fornitura di acqua ha inglobato nuove regole in modo particolare al
fine di tutelare maggiormente i consumatori al fine di evitare maxi conguagli e
letture presunte. La novità riguarda in modo particolare le letture certe
dei consumi, bollette trasparenti e puntuali, indennizzi automatici,
fatturazione corrispondente ai consumi effettivi, contatori revisionati in
tempi accettabili, standard e procedure uguali in tutta Italia.
L’Autorità
per l’energia, il gas e l’acqua ha diramato una serie di direttive per rendere
uniforme il sistema tariffario idrico, adeguandosi alle indicazioni
dell’Unione Europea. L’obbiettivo è quello di andare incontro alle esigenze dei
cittadini, rendendoli più consapevoli dei consumi di acqua potabile,
permettendo loro di contenere gli sprechi dovuti a cattive abitudini e
migliorando la qualità del servizio.
Per
certificare i consumi, i gestori dovranno dotarsi di modalità che permettano di
mettere a disposizione, in caso di contenzioso con i clienti, la misura
registrata dai contatori, raccolta e utilizzata per fatturare i consumi. Pertanto,
basterà esibire una documentazione fotografica.
Altra
innovazione risiede nel sistema di autolettura, secondo le disposizioni
l’utente dovrà avere un riscontro della propria comunicazione entro un termine
di 9 giorni lavorativi.
Inoltre l’allacciamento
dell’utenza privata alla rete idrica deve avvenire entro 15 giorni dalla
richiesta dell’interessato, poi per l’attivazione sono previsti 5 giorni al
massimo. Per guasti o problemi del contatore, segnalati dal cliente, la
verifica si deve concludere non oltre i 10 giorni dalla richiesta di
intervento. Se l’utente subisce il distacco della fornitura di acqua, per
morosità, tra la ricevuta del saldo del debito e la riattivazione della
fornitura non possono passare più di due giorni feriali.
Per ogni
informazione rivolgetevi alla nostra associazione contattandoci al numero
0883/883321 oppure recatevi presso la nostra sede sita in Andria in Via M.
Attimonelli n.60.
mercoledì 18 maggio 2016
Truffa on-line. Bolletta Enel inviata per email.
Una delle truffe legate alla posta
elettronica ordinaria può essere rappresentata dall’inoltro di fatture di
fornitura di energia elettrica con tanto di logo della società, numero della
fattura, indicazione del bimestre, indicazione di domiciliazione bancaria,
informativa sulla privacy e, immancabile, il consueto invito “clicca qui per scaricare”. Inutile
dire che la truffa consiste in un virus
di ultima generazione capace di infettare il PC da cui si scarica
l’allegato-truffa.
Tali tecniche dei pirati informatici si sono affinate
notevolmente. Prima era facile riconoscere le email truffa: si trattava sempre di testi scritti in un italiano
sgrammaticato, i segni distintivi della società non erano quasi mai presenti o,
quando lo erano, erano imitazioni riscontrabili ad occhio nudo. Spesso poi si
trattava sempre dello stesso messaggio: l’invito ad accedere al proprio account
di home banking. Oggi, invece,
il phishing, i virus e i trojan si annidano ovunque, anche
dietro una semplice email con un allegato che contiene una innocua fattura.
È bene non cliccare mai su
link sospetti ed
in particolare è opportuno sapere che i fornitori di energia inoltrano le
fatture a mezzo mail solo se è l’utente a chiederlo, e in ogni caso non si
avvalgono di un link esterno per trasmettere tale documentazione.
Adoc assiste i propri associati in qualsiasi azione di
tutela in caso di truffa. Recatevi presso la nostra sede sita in Andria alla
via M. Attimonelli n. 60 oppure contattateci al numero 0883/883321.
giovedì 5 maggio 2016
Telecom: ostacoli in caso di mancata risoluzione contrattuale.
Una delle problematiche che negli
ultimi tempi affligge gran parte dei nostri associati riguarda la difficoltà
che quest’ultimi trovano nel momento in cui decidono di non avvalersi della linea
telefonica fissa.
Questo è quanto accaduto ad una
nostra anziana associata. La signora, volendo procedere alla risoluzione
contrattuale della propria utenza fissa, provvedeva ad inoltrare regolare
raccomandata alla società, così come specificato all’interno del regolamento
della stessa società di telecomunicazioni.
Nonostante la giusta prassi,
però, Telecom non provvedeva a risolvere il contratto, anzi, continuava
periodicamente ad emettere le relative fatture. Al fine di rafforzare le
proprie pretese, la signora inoltrava ulteriore raccomandata di disdetta
mediante il proprio difensore, ma anche in questo caso la società di
telecomunicazioni non procedeva alla risoluzione del contratto, lasciando
pertanto invariata la condizione della propria utente.
Da ultimo, la signora, si è
rivolta alla nostra associazione. Mediante l’intervento dell’ADOC, la signora
ha finalmente ottenuto ciò che da tempo desiderava, la risoluzione del
contratto relativo alla propria utenza telefonica. Non solo, alla signora è stato
riconosciuto, inoltre, lo storno delle fatture emesse fino a quel momento,
nonché un indennizzo pari ad € 50,00 per i disagi subiti.
Se anche voi avete subito tali
disagi, rivolgetevi alla nostra associazione, sita in Andria alla Via
Attimonelli n. 60, oppure contattateci al numero 0883/883321.
martedì 3 maggio 2016
Come chiedere il rimborso IVA sulle bollette.
Come è noto nelle bollette relative all’energia elettrica o del gas viene
inserito un costo relativo all’IVA.
Questa imposta non risulta essere un problema per i professionisti e le imprese
che detraendo interamente l’IVA non hanno il problema di doverla versare,
invece risulta essere gravosa per il consumatore che ha un costo aumentato rispetto
all’effettivo consumo di energia. Per quel che riguarda le fatture di energia
elettrica o gas, l’IVA non solo viene applicata sul consumo effettivo, ma anche
sulle accise e quindi rappresenta di fatto una doppia imposizione che non
sarebbe ammissibile.
Pertanto, è possibile richiedere il rimborso, anche in
virtù di una sentenza del Giudice di Pace nella quale si condanna l’Enel per
tale pratica di doppia tassazione. Nella sentenza il giudice ha stabilito che
l’importo versato in più va restituito, richiamando una sentenza della
Corte di Cassazione che aveva specificato come “salvo
deroga esplicita, un’imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra“.
Da questa decisione è partito un
meccanismo che potrebbe facilmente portare a numerosi ricorsi.
In tale pratica di recupero, Adoc assiste
i propri associati. Pertanto rivolgetevi alla nostra associazione sita in
Andria alla Via Attimonelli n. 60 oppure contattateci al numero 0883/883321.
mercoledì 20 aprile 2016
Bollette gas: se emesse in ritardo il consumatore ha diritto al risarcimento

Una delle problematiche che potrebbe coinvolgere i consumatori di
energia riguarda il caso in cui, a seguito di mancati controlli dei consumi da
parte della società erogatrice, l’utente si trovi costretto a dover pagare
somme elevate frutto dei conguagli degli anni precedenti.
Secondo quanto affermato, di recente, in una sentenza emessa dal Giudice di Pace di Gaeta si è stabilito
che nel caso in cui la società che fornisce servizi di energia o di fornitura
di gas metano, qualora non effettui la lettura periodica dei consumi di energia
pone in essere un inadempimento contrattuale, in quanto l’utente si
troverebbe a pagare non sulla scorta di quanto realmente consumato, bensì in
relazione alle stime relative alle letture precedenti.
Infatti,
secondo quanto sancito dal suddetto giudicante, anche se l'impresa di
distribuzione non rende note le informazioni riguardanti la lettura dei consumi, la
compagnia del gas può comunque provvedere utilizzando una stima
presuntiva, salva la possibilità di fare ricorso a un successivo conguaglio. Qualora questo non dovesse
avvenire, si verificherebbe una responsabilità contrattuale che, a ragione
del Giudice, provocherebbe non sono un inadempimento relativo alla fatturazione
periodica, ma soprattutto un aumento spropositato di un futuro conguaglio a cui
il cliente non riuscirebbe a far fronte.
Pertanto,
per meglio garantire il cliente, si ritiene che le fatture debbano essere
emesse sulla base dei dati di misurazione effettivi rilevati dalla
compagnia esercente la vendita, anche facendo ricorso, in caso di necessità, ai
consueti servizi di autolettura da
parte del cliente.
In casi simili potete rivolgetevi
presso la nostra associazione, sita in Andria alla via Attimonelli n. 60,
oppure contattateci al numero 0883/883321.
venerdì 15 aprile 2016
WhatsApp, l'ultima truffa: il messaggio che vi disintegra il cellulare
L’ultimo attacco subito dagli utenti di
WhatsApp è rappresentato da un nuovo messaggio
truffa che viene inviato ai vari smartphone. Il messaggio in questione invita
gli utenti a visualizzare una serie di emoticon, ma questo “cavallo di Troia”
potrebbe assumere svariate vesti che inducono lo stesso a scaricare
l’applicazione.
Una volta aperto il link, il virus viene
scaricato sul dispositivo e automaticamente inoltrato a tutti i contatti
WhatsApp della propria rubrica.
Pertanto
se si ricevono questi messaggi è opportuno evitare l’apertura dello stesso.
I virus di questo tipo sono pensati per tutti quegli utenti
che leggono le e-mail dallo smartphone: aprendo il file da un dispositivo
mobile, infatti, gli hacker riescono ad ottenere il pieno controllo del device
con la possibilità di scaricare tutte le foto salvate nel rullino fotografico
per poi ricattare gli utenti.
La prima cosa da fare, nel caso in cui doveste ricevere un
messaggio del genere è eliminare la conversazione e, nel caso in cui arrivi da
uno sconosciuto, bloccare il contatto. Un semplice tap su uno dei contenuti
multimediali malevoli potrebbe essere fatale per compromettere la sicurezza del
dispositivo mobile.
Nel caso in cui, anche
voi, siate stati vittima di una truffa rivolgetevi alla nostra associazione
sita in Andria alla Via M. Attimonelli n. 60.
martedì 15 marzo 2016
La piattaforma Sky è una pay-tv che offre ai propri utenti innumerevoli canali e servizi facilmente rinnovabili, a meno che il cliente non decida di recedere dallo stesso.
Nello specifico il cliente potrebbe trovarsi difronte ad una molteplicità di disdette come per esempio:
- Lettera disdetta Sky a scadenza contratto: che si pone in essere nel momento in cui l’abbonamento Sky ha una durata annua e si rinnova automaticamente;
- Lettera disdetta Sky - Legge Bersani: che consente all’utente di recedere in qualsiasi momento dal contratto;
- Lettera disdetta Sky - diritto di ripensamento: che si applica qualora il contratto fosse stato concluso fuori dai locali commerciali ed è applicabile entro 14 giorni dalla sottoscrizione;
- Lettera disdetta Sky - aumento del canone: applicabile nel caso in cui, appunto, l’azienda erogatrice del servizio abbia posto in essere un costo maggiorato del 10% rispetto al canone precedente;
- Lettera disdetta Sky per decesso: in tal caso è necessario produrre prova dell’avvenuto decesso dell’utente.
Una volta disdetto il contratto Sky, è necessario restituire tutti i dispositivi ricevuti in comodato d’uso dall’azienda come per esempio il decoder, il telecomando, la Digital Key e la Smart Card.
Adoc assiste i propri associati in tali procedure. Per informazioni recatevi presso la nostra sede sita in Andria alla via Attimonelli n.60, oppure contattateci al numero 0883/883321.
giovedì 7 gennaio 2016
Cambio lira-euro, riaperta la possibilità di cambio.
La Corte di Cassazione lo scorso 5 novembre, dopo aver
dichiarato incostituzionali le norme previste nel pacchetto “Salva Italia” del
governo Monti che prescrivevano le lire in circolazione nel 2011, ha previsto
un’ulteriore proroga di tre mesi al fine di permettere, a chi fosse ancora in
possesso di monete appartenenti al vecchio conio, di convertire le stesse in
euro.
Tale possibilità resterà in vigore fino al 28 gennaio.
La richiesta, da effettuarsi esclusivamente alla Banca d’Italia, avverrà
mediante apposita procedura. Adoc mette a disposizione dei propri associati la
possibilità di inoltrare tale richiesta. Recatevi presso la nostra sede sita in
Andria alla via Ugo Bassi, 53 oppure contattateci al numero 0883/884840.
Novità 2016: La nuova carta d’identità elettronica.
La Carta d’identità elettronica 2016 nasce come sperimentazione avviata dal Ministero dell’Interno già a partire dal 2000 e rappresenta sia un documento di riconoscimento personale che certifica l’identità del soggetto titolare della tessera sia un mezzo di autenticazione per accedere ai servizi
telematici messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione al fine di snellire le pratiche burocratiche che interessano lo stesso cittadino.
La Carta di Identità Elettronica è di fatto una tessera in policarbonato le cui dimensioni ricordano quelle di una carta di credito o codice fiscale, sulla quale sono riportati in chiaro i dati personali dell’individuo:
- Nome e Cognome, data e luogo di nascita;
- Codice Fiscale;
- Residenza e Cittadinanza;
- Codice numerico del Comune di rilascio;
- Data di Rilascio e Scadenza;
- Firma Digitale del titolare;
- Impronta Digitale;
- Fotografia Digitalizzata;
- Eventuale indicazione di non validità ai fini dell’espatrio;
- Dati amministrativi del Servizio Sanitario Nazionale.
Tali informazioni, vengono memorizzate anche nel microchip e nella banda ottica presenti sulla tessera, al fine di consentire il controllo dell’identità del cittadino e per garantire l’inalterabilità dei dati.
Oltre agli estremi, all’interno della Carta d’Identità Elettronica verranno caricate anche bollette, bolli auto e pagamenti relativi a prestazioni sanitarie.
Le modalità di richiesta e rilascio della nuova carta d’identità elettronica sono le stesse di quelle previste per la carta d’identità cartacea, pertanto è necessario rivolgersi al proprio Comune di residenza e fare la consueta richiesta, la domanda deve essere accompagnata da un documento di
riconoscimento valido da mostrare al dipendente pubblico per l’identificazione del richiedente. L’unico consenso riguarderà il prelievo dell’impronta digitale dell’indice della mano sinistra.
Il Comune in collaborazione con il Centro Nazionale dei Servizi Demografici assicura e garantisce la gestione unitaria del sistema di emissione della CIE, la sua funzionalità, trasparenza e sicurezza dei processi di autenticazione e convalida delle informazioni anagrafiche, provvede ad emettere la CIE e rilascia per la sicurezza del cittadino, anche 3 codici personali segreti consegnati in busta chiusa:
- PIN: numero identificativo personale segreto necessario per il riconoscimento dell’utente;
- PUK: codice per sbloccare il PIN qualora si sbagli per 3 volte la digitazione o se si dimentica il proprio numero;
- CIP: per bloccare il PIN se la carta viene smarrita o rubata.
La CIE, la nuova carta di identità elettronica può essere richiesta da tutti i cittadini italiani in
possesso di regolare codice fiscale.
In caso di Furto della carta d’identità: il cittadino dovrà presentare, alle autorità competenti, la denuncia di furto.
In caso di deterioramento, invece, il cittadino dovrà sottoscrivere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante l’avvenuto deterioramento del documento e presentare contestualmente il documento originale deteriorato.
Inoltre, il nuovo documento di riconoscimento elettronico permetterà ai cittadini di espatriare senza la formazione di ulteriori documenti, salvo i casi in cui il documento non risulterà valido per l’espatrio.
La validità della Carta d’Identità elettronica è uguale a quella della carta d’identità cartacea tradizionale, ovvero, di 10 anni. Mentre per quanto riguarda i minori di 3 anni la validità è ridotta a tre, mentre per i minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni la valenza sarà di cinque anni.
Per ulteriori informazioni Adoc resta a disposizione dei propri associati. Contattateci al numero 0883/884840 oppure recatevi presso la nostra sede sita in via Ugo Bassi, 53.
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