mercoledì 7 dicembre 2016

L’Adoc Andria: i lavoratori contro il Governo per i ritardi nel rinnovare i contratti e annunciano ricorsi collettivi

Dopo la definizione della trattativa per il rinnovo dei contratti statali avvenuta il 30 novembre, l’associazione a difesa dei consumatori Adoc Andria sostiene che il Governo non abbia soddisfatto a pieno le aspettative degli impiegati nella pubblica amministrazione proponendo ai lavoratori modiche 85 euro lorde in busta paga. Inoltre annuncia la partenza di ulteriori ricorsi collettivi volti a far ottenere ai dipendenti statali l’indennizzo loro spettante per l’illegittimo blocco delle retribuzioni. Sempre più numerosi sono i pubblici dipendenti che si sono determinati a fare causa allo Stato attraverso l’iniziativa dell’Adoc per ottenere il risarcimento dei danni subiti a causa del blocco dei contratti pubblici ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale.
L’Adoc Andria ritiene che gravi sono stati i ritardi da parte del Governo nel rinnovare i contratti, che, nonostante una precisa sentenza della Consulta, hanno prodotto ingenti perdite economiche ai lavoratori, che nel periodo 2010-novembre 2016 ammontano a più di 10.000 euro a dipendente. Per questo motivo, dopo le numerose pronunce dei tribunali che hanno dato ragione ai lavoratori, l’Adoc Andria ha deciso di far partire una nuova iniziativa legale collettiva.
Adoc Andria

lunedì 7 novembre 2016

Rottamazione delle cartelle esattoriali


È  di particolare rilevanza per l’Associazione dei Consumatori Adoc di Andria fare chiarezza su alcuni aspetti riguardanti la tanto discussa “rottamazione delle cartelle esattoriali”.
Tutti gli uffici di Equitalia presenti sul territorio, all’apertura dei battenti, dovranno mettere a disposizione i moduli per richiedere la «definizione agevolata». Ma l’invio della domanda potrà essere fatto anche con una semplice e-mail o con posta elettronica certificata.
Attenzione però, qualche modifica potrebbe ancora essere possibile: proprio questa settimana la commissione Bilancio della Camera esaminerà le proposte di modifica al decreto, che prevedono tra l'altro un allungamento del periodo di rateizzazione.
L’adesione parte dal 7 novembre e dovrà essere fatta entro il 23 gennaio. Sul modulo di adesione, che ha il codice 'DA1' i contribuenti, dopo essersi identificati, devono indicare le cartelle Equitalia (e i relativi "carichi") per le quali chiedono la definizione agevolata, definendo la modalità di pagamento che potrà essere effettuata in unica soluzione o dilazionata in un massimo di quattro rate, l’ultima delle quali va saldata entro il 15 marzo 2018. Nel caso in cui vi fossero eventuali giudizi pendenti occorre rinunciare.
La rottamazione vale per tutte le cartelle esattoriali, non solo per quelle di Equitalia. In pratica potranno essere pagate senza interessi e sanzioni anche le iscrizioni a ruolo fatte dagli altri concessionari. La norma riguarda i ruoli relativi agli anni 2000-2015. Sarà possibile usufruire dello «sconto» anche per l’Iva, ma solo se l’imposta non riguarda il pagamento all’importazione. Per le multe stradali, invece, lo sconto riguarda i soli interessi e le altre maggiorazioni previste. Anche su questo potrebbero arrivare novità con la possibilità dei singoli comuni di non permettere la rottamazione.
Dopo l’adesione, ed entro il 24 aprile, Equitalia dovrà comunicare a chi ha aderito l’importo complessivo dovuto e le singole rate, con la data di scadenza di ciascuna. Unitamente all’adesione saranno inviati anche i relativi bollettini. 
Al momento sono previste solo quattro rate. Ma in parlamento il dibattito è aperto per un allungamento del periodo, fino a tutto il 2018. Al momento le prime due rate saranno pari ciascuna ad un terzo del dovuto, le ultime due ad un sesto. Sulle rate saranno calcolati gli interessi ma chi vuole può pagare in un’unica soluzione. Le prime tre rate dovranno essere comunque versate entro il 15 dicembre 2017, la quarta entro il 15 marzo 2018.
Attenzione però! Il fisco sarà inflessibile per chi non paga le rate previste, ma anche per chi lo fa in modo ridotto o ritardato. Salta la "rottamazione" e tornano a scattare sanzioni e interessi delle vecchie cartelle. 
Per quanto riguarda le modalità di pagamento, il versamento della "cartella scontata" potrà essere fatto anche con la domiciliazione sul conto della banca, oppure con i bollettini precompilati. Possibile anche versare direttamente agli sportelli Equitalia.
Anche i contribuenti che hanno già in parte pagato la cartella, magari attraverso il meccanismo della rateizzazione, potranno aderire alla «definizione agevolata». In questo caso l’importo da pagare sarà quello del debito residuo sul capitale. Mentre le sanzioni e gli interessi già pagati non si potranno recuperare. Per coloro che invece hanno una rateazione in corso: chi aderisce si bloccano le rate concordate; la revoca scatta con il primo pagamento della definizione agevolata, quindi vanno versate le eventuali rate in cadenza quest’anno fino a tutto dicembre.
Inoltre per aderire, il contribuente, dovrà espressamente dichiarare di rinunciare ad eventuali procedimenti aperti davanti alle commissioni tributarie o ai tribunali. In pratica dovrà rinunciare a potare avanti le liti relative alla cartella che sta versando.
Dalla presentazione della richiesta di adesione alla definizione agevolata si fermano i tempi di prescrizione e decadenza ma anche quelli per le ''azioni esecutive» del fisco, come le ganasce fiscali o il pignoramento. Non si fermano però le operazioni già scattate.

venerdì 28 ottobre 2016

Storno fatture TIM

Questo nostro associato è riuscito ad ottenere una riduzione della debitoria nei confronti della TIM con un risparmio di € 300,00.

mercoledì 3 agosto 2016


 
Comunicato stampa

Banche popolari pugliesi, preoccupazione tra i piccoli azionisti/risparmiatori

Sono migliaia e migliaia i risparmiatori pugliesi e lucani, preoccupati per la situazione che sta investendo le banche popolari pugliesi, che quest'anno hanno visto drasticamente calare il valore delle proprie azioni.
Si tratta dell'ultima vicenda che sta interessando il sistema bancario italiano, purtroppo concentrato a discutere delle soluzioni da adottare per il salvataggio delle banche del centro nord, vedasi Veneto Banca e Popolare di Vicenza e completamente latitante per le vicende altrettanto delicate delle banche del meridione e pugliesi in particolare.

Perdite che riguarderebbero istituti di credito non quotati, le cui azioni sono divenute ormai illiquide, non essendoci più compratori disposti ad acquistarle.

Come dicevamo sono migliaia i risparmiatori che in questi giorni stanno affollando gli sportelli bancari per cercare di capire cosa avverrà dei loro risparmi, investiti su pacchetti azionari, ieri considerati allettanti ed oggi con valori ridotti dal 30 al 50%.

Un copione già visto quello che vede coinvolti i risparmiatori pugliesi e lucani. Per svariati anni, molte banche popolari hanno collocato ai propri clienti azioni della stessa banca, con valori stabiliti dall’istituto di credito e basati su stime approntate dalla stessa banca o da società di valutazione incaricate dagli stessi istituti. Azioni di fatto non rivendibili sul libero mercato e, pertanto, illiquide, con un valore reale di molto inferiore.

Per una di queste addirittura a ottobre ci sarà la trasformazione in Società per Azioni, dopo che nell'ultima assemblea è stato ridotto il valore dell'azione del 22%, passando dal 9,53 al 7,50 euro.

Per un'altra banca con ramificazioni storiche anche nella vicina Basilicata, non solo il valore è crollato alla metà di quello che era solo nel 2013 ma addirittura ci sono problemi nella costituzione del fondo di riacquisto, stabilito nell'ultima assemblea dei soci dell'aprile scorso.

Le perdite per i piccoli risparmiatori sono veramente incalcolabili. Da premettere che solo qualche mese addietro i dati non ufficiali facevano propendere per una tenuta del valore dell'azione, e quindi con conseguenti pressioni da parte di molti funzionari delle banche popolari ai propri azionisti, a non vendere il proprio pacchetto di titoli.

«La drammaticità della situazione – spiega l’Avv. Saverio Giurano di Andria, referente della locale sede ADOC che si sta occupando del caso con l’ausilio dell’Avv. Michele Coratella in tutta la Puglia e Basilicata – è dato dal fatto che veniva spacciato per investimento sicuro e remunerativo un collocamento azionario che ha esposto i risparmiatori a grossi rischi, compresi molti pensionati o persone con età dagli ottant'anni in su. In pratica sono stati impegnati i risparmi di una vita o quelli derivanti dalla vendita di immobili di famiglia, sono così finiti ad alimentare queste pericolose operazioni finanziarie.

Io mi chiedo se sono stati realmente resi edotti i risparmiatori dei rischi a cui andavano incontro? E’ stato fatto firmare ogni utile documento su quelli che erano le criticità sottese a tale investimento azionario? Come si comporteranno tali banche adesso che si trasformeranno in Società per azioni? Quale sarà il prezzo di recesso che fisseranno per i risparmiatori che non intendono partecipare a tale trasformazione?

Auspichiamo che i presidenti dei consigli di amministrazioni mettano in campo ogni azione utile atta a scongiurare ogni ulteriore pericolo nei confronti dei risparmiatori. E’ assurdo pensare che in alcuni casi i componenti dei Consigli di amministrazione, a fronte di queste situazioni si siano addirittura aumentati i compensi o abbiano destinato a beneficenze determinati somme, pur a fronte delle vistose perdite riscontrate.
Toccherà adesso alla magistratura accertare le responsabilità del caso, così da consentire ai risparmiatori di vedersi restituire le somme inizialmente investite, a titolo di risarcimento del danno patito.

Per quanti si dovessero trovare a possedere azioni delle popolari pugliesi, l'ADOC mette a disposizione i propri recapiti per poter fornire ogni ulteriore informazione o assistenza: email  andria.bat@adocpuglia.it, oppure rivolgersi presso la sede di Andria, di via M. Attimonelli n. 60 (Pendio San Lorenzo) -tel 0883.883321.


ADOC – Sede di Andria
Resp. Marilena Berardino
Via M. Attimonelli, 60
Tel/Fax - 0883.883321
andria.bat@adocpuglia.it

venerdì 20 maggio 2016

Bolletta dell’acqua, ecco le nuove regole.



Dal 2016 la bolletta di fornitura di acqua ha inglobato nuove regole in modo particolare al fine di tutelare maggiormente i consumatori al fine di evitare maxi conguagli e letture presunte. La novità riguarda in modo particolare le letture certe dei consumi, bollette trasparenti e puntuali, indennizzi automatici, fatturazione corrispondente ai consumi effettivi, contatori revisionati in tempi accettabili, standard e procedure uguali in tutta Italia. 
L’Autorità per l’energia, il gas e l’acqua ha diramato una serie di direttive per rendere uniforme il sistema tariffario idrico, adeguandosi alle indicazioni dell’Unione Europea. L’obbiettivo è quello di andare incontro alle esigenze dei cittadini, rendendoli più consapevoli dei consumi di acqua potabile, permettendo loro di contenere gli sprechi dovuti a cattive abitudini e migliorando la qualità del servizio.
Per certificare i consumi, i gestori dovranno dotarsi di modalità che permettano di mettere a disposizione, in caso di contenzioso con i clienti, la misura registrata dai contatori, raccolta e utilizzata per fatturare i consumi. Pertanto, basterà esibire una documentazione fotografica.
Altra innovazione risiede nel sistema di autolettura, secondo le disposizioni l’utente dovrà avere un riscontro della propria comunicazione entro un termine di 9 giorni lavorativi.
Inoltre l’allacciamento dell’utenza privata alla rete idrica deve avvenire entro 15 giorni dalla richiesta dell’interessato, poi per l’attivazione sono previsti 5 giorni al massimo. Per guasti o problemi del contatore, segnalati dal cliente, la verifica si deve concludere non oltre i 10 giorni dalla richiesta di intervento. Se l’utente subisce il distacco della fornitura di acqua, per morosità, tra la ricevuta del saldo del debito e la riattivazione della fornitura non possono passare più di due giorni feriali.
Per ogni informazione rivolgetevi alla nostra associazione contattandoci al numero 0883/883321 oppure recatevi presso la nostra sede sita in Andria in Via M. Attimonelli n.60.

mercoledì 18 maggio 2016

Truffa on-line. Bolletta Enel inviata per email.


Una delle truffe legate alla posta elettronica ordinaria può essere rappresentata dall’inoltro di fatture di fornitura di energia elettrica con tanto di logo della società, numero della fattura, indicazione del bimestre, indicazione di domiciliazione bancaria, informativa sulla privacy e, immancabile, il consueto invito “clicca qui per scaricare”. Inutile dire che la truffa consiste in un virus di ultima generazione capace di infettare il PC da cui si scarica l’allegato-truffa.
Tali tecniche dei pirati informatici si sono affinate notevolmente. Prima era facile riconoscere le email truffa: si trattava sempre di testi scritti in un italiano sgrammaticato, i segni distintivi della società non erano quasi mai presenti o, quando lo erano, erano imitazioni riscontrabili ad occhio nudo. Spesso poi si trattava sempre dello stesso messaggio: l’invito ad accedere al proprio account di home banking. Oggi, invece, il phishing, i virus e i trojan si annidano ovunque, anche dietro una semplice email con un allegato che contiene una innocua fattura.
È bene non cliccare mai su link sospetti ed in particolare è opportuno sapere che i fornitori di energia inoltrano le fatture a mezzo mail solo se è l’utente a chiederlo, e in ogni caso non si avvalgono di un link esterno per trasmettere tale documentazione.

Adoc assiste i propri associati in qualsiasi azione di tutela in caso di truffa. Recatevi presso la nostra sede sita in Andria alla via M. Attimonelli n. 60 oppure contattateci al numero 0883/883321.

giovedì 5 maggio 2016

Telecom: ostacoli in caso di mancata risoluzione contrattuale.



Una delle problematiche che negli ultimi tempi affligge gran parte dei nostri associati riguarda la difficoltà che quest’ultimi trovano nel momento in cui decidono di non avvalersi della linea telefonica fissa.
Questo è quanto accaduto ad una nostra anziana associata. La signora, volendo procedere alla risoluzione contrattuale della propria utenza fissa, provvedeva ad inoltrare regolare raccomandata alla società, così come specificato all’interno del regolamento della stessa società di telecomunicazioni.
Nonostante la giusta prassi, però, Telecom non provvedeva a risolvere il contratto, anzi, continuava periodicamente ad emettere le relative fatture. Al fine di rafforzare le proprie pretese, la signora inoltrava ulteriore raccomandata di disdetta mediante il proprio difensore, ma anche in questo caso la società di telecomunicazioni non procedeva alla risoluzione del contratto, lasciando pertanto invariata la condizione della propria utente.
Da ultimo, la signora, si è rivolta alla nostra associazione. Mediante l’intervento dell’ADOC, la signora ha finalmente ottenuto ciò che da tempo desiderava, la risoluzione del contratto relativo alla propria utenza telefonica. Non solo, alla signora è stato riconosciuto, inoltre, lo storno delle fatture emesse fino a quel momento, nonché un indennizzo pari ad € 50,00 per i disagi subiti.

Se anche voi avete subito tali disagi, rivolgetevi alla nostra associazione, sita in Andria alla Via Attimonelli n. 60, oppure contattateci al numero 0883/883321.

martedì 3 maggio 2016

Come chiedere il rimborso IVA sulle bollette.



Come è noto nelle bollette relative all’energia elettrica o del gas viene inserito un costo relativo all’IVA. Questa imposta non risulta essere un problema per i professionisti e le imprese che detraendo interamente l’IVA non hanno il problema di doverla versare, invece risulta essere gravosa per il consumatore che ha un costo aumentato rispetto all’effettivo consumo di energia. Per quel che riguarda le fatture di energia elettrica o gas, l’IVA non solo viene applicata sul consumo effettivo, ma anche sulle accise e quindi rappresenta di fatto una doppia imposizione che non sarebbe ammissibile.
Pertanto, è possibile richiedere il rimborso, anche in virtù di una sentenza del Giudice di Pace nella quale si condanna l’Enel per tale pratica di doppia tassazione. Nella sentenza il giudice ha stabilito che l’importo versato in più va restituito, richiamando una sentenza della Corte di Cassazione che aveva specificato come “salvo deroga esplicita, un’imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra“.
Da questa decisione è partito un meccanismo che potrebbe facilmente portare a numerosi ricorsi.

In tale pratica di recupero, Adoc assiste i propri associati. Pertanto rivolgetevi alla nostra associazione sita in Andria alla Via Attimonelli n. 60 oppure contattateci al numero 0883/883321.

mercoledì 20 aprile 2016

Bollette gas: se emesse in ritardo il consumatore ha diritto al risarcimento


Una delle problematiche che potrebbe coinvolgere i consumatori di energia riguarda il caso in cui, a seguito di mancati controlli dei consumi da parte della società erogatrice, l’utente si trovi costretto a dover pagare somme elevate frutto dei conguagli degli anni precedenti.
Secondo quanto affermato, di recente, in una sentenza emessa dal Giudice di Pace di Gaeta si è stabilito che nel caso in cui la società che fornisce servizi di energia o di fornitura di gas metano, qualora non effettui la lettura periodica dei consumi di energia pone in essere un inadempimento contrattuale, in quanto l’utente si troverebbe a pagare non sulla scorta di quanto realmente consumato, bensì in relazione alle stime relative alle letture precedenti.
Infatti, secondo quanto sancito dal suddetto giudicante, anche se l'impresa di distribuzione non rende note le informazioni riguardanti la lettura dei consumi, la compagnia del gas può comunque provvedere utilizzando una stima presuntiva, salva la possibilità di fare ricorso a un successivo conguaglio. Qualora questo non dovesse avvenire, si verificherebbe una responsabilità contrattuale che, a ragione del Giudice, provocherebbe non sono un inadempimento relativo alla fatturazione periodica, ma soprattutto un aumento spropositato di un futuro conguaglio a cui il cliente non riuscirebbe a far fronte.
Pertanto, per meglio garantire il cliente, si ritiene che le fatture debbano essere emesse sulla base dei dati di misurazione effettivi rilevati dalla compagnia esercente la vendita, anche facendo ricorso, in caso di necessità, ai consueti servizi di autolettura da parte del cliente. 

In casi simili potete rivolgetevi presso la nostra associazione, sita in Andria alla via Attimonelli n. 60, oppure contattateci al numero 0883/883321.

venerdì 15 aprile 2016

WhatsApp, l'ultima truffa: il messaggio che vi disintegra il cellulare


L’ultimo attacco subito dagli utenti di WhatsApp è rappresentato da un nuovo messaggio truffa che viene inviato ai vari smartphone. Il messaggio in questione invita gli utenti a visualizzare una serie di emoticon, ma questo “cavallo di Troia” potrebbe assumere svariate vesti che inducono lo stesso a scaricare l’applicazione.
Una volta aperto il link, il virus viene scaricato sul dispositivo e automaticamente inoltrato a tutti i contatti WhatsApp della propria rubrica.
Pertanto se si ricevono questi messaggi è opportuno evitare l’apertura dello stesso.
I virus di questo tipo sono pensati per tutti quegli utenti che leggono le e-mail dallo smartphone: aprendo il file da un dispositivo mobile, infatti, gli hacker riescono ad ottenere il pieno controllo del device con la possibilità di scaricare tutte le foto salvate nel rullino fotografico per poi ricattare gli utenti.
La prima cosa da fare, nel caso in cui doveste ricevere un messaggio del genere è eliminare la conversazione e, nel caso in cui arrivi da uno sconosciuto, bloccare il contatto. Un semplice tap su uno dei contenuti multimediali malevoli potrebbe essere fatale per compromettere la sicurezza del dispositivo mobile.

Nel caso in cui, anche voi, siate stati vittima di una truffa rivolgetevi alla nostra associazione sita in Andria alla Via M. Attimonelli n. 60. 

martedì 15 marzo 2016



La piattaforma Sky è una pay-tv che offre ai propri utenti innumerevoli canali e servizi facilmente rinnovabili, a meno che il cliente non decida di recedere dallo stesso.
Nello specifico il cliente potrebbe trovarsi difronte ad una molteplicità di disdette come per esempio:
Lettera disdetta Sky a scadenza contratto: che si pone in essere nel momento in cui l’abbonamento Sky ha una durata annua e si rinnova automaticamente;
- Lettera disdetta Sky - Legge Bersani: che consente all’utente di recedere in qualsiasi momento dal contratto;
Lettera disdetta Sky - diritto di ripensamento: che si applica qualora il contratto fosse stato concluso fuori dai locali commerciali ed è applicabile entro 14 giorni dalla sottoscrizione;

 - Lettera disdetta Sky - aumento del canone: applicabile nel caso in cui, appunto, l’azienda erogatrice del servizio abbia posto in essere un costo maggiorato del 10% rispetto al canone precedente;

 -  Lettera disdetta Sky per decesso: in tal caso è necessario produrre prova dell’avvenuto decesso dell’utente.
Una volta disdetto il contratto Sky, è necessario restituire tutti i dispositivi ricevuti in comodato d’uso dall’azienda come per esempio il decoder, il telecomando, la Digital Key e la Smart Card.

Adoc assiste i propri associati in tali procedure. Per informazioni recatevi presso la nostra sede sita in Andria alla via Attimonelli n.60, oppure contattateci al numero 0883/883321.

giovedì 7 gennaio 2016

Cambio lira-euro, riaperta la possibilità di cambio.



La Corte di Cassazione lo scorso 5 novembre, dopo aver dichiarato incostituzionali le norme previste nel pacchetto “Salva Italia” del governo Monti che prescrivevano le lire in circolazione nel 2011, ha previsto un’ulteriore proroga di tre mesi al fine di permettere, a chi fosse ancora in possesso di monete appartenenti al vecchio conio, di convertire le stesse in euro.
Tale possibilità resterà in vigore fino al 28 gennaio. La richiesta, da effettuarsi esclusivamente alla Banca d’Italia, avverrà mediante apposita procedura. Adoc mette a disposizione dei propri associati la possibilità di inoltrare tale richiesta. Recatevi presso la nostra sede sita in Andria alla via Ugo Bassi, 53 oppure contattateci al numero 0883/884840.


Novità 2016: La nuova carta d’identità elettronica.




La Carta d’identità elettronica 2016 nasce come sperimentazione avviata dal Ministero dell’Interno già a partire dal 2000 e rappresenta sia un documento di riconoscimento personale che certifica l’identità del soggetto titolare della tessera sia un mezzo di autenticazione per accedere ai servizi

telematici messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione al fine di snellire le pratiche burocratiche che interessano lo stesso cittadino.
La Carta di Identità Elettronica è di fatto una tessera in policarbonato le cui dimensioni ricordano quelle di una carta di credito o codice fiscale, sulla quale sono riportati in chiaro i dati personali dell’individuo:
  • Nome e Cognome, data e luogo di nascita;
  • Codice Fiscale;
  • Residenza e Cittadinanza;
  • Codice numerico del Comune di rilascio;
  • Data di Rilascio e Scadenza;
  • Firma Digitale del titolare;
  • Impronta Digitale;
  • Fotografia Digitalizzata;
  • Eventuale indicazione di non validità ai fini dell’espatrio;
  • Dati amministrativi del Servizio Sanitario Nazionale.
Tali informazioni, vengono memorizzate anche nel microchip e nella banda ottica presenti sulla tessera, al fine di consentire il controllo dell’identità del cittadino e per garantire l’inalterabilità dei dati. 
Oltre agli estremi, all’interno della Carta d’Identità Elettronica verranno caricate anche bollette, bolli auto e pagamenti relativi a prestazioni sanitarie.

Le modalità di richiesta e rilascio della nuova carta d’identità elettronica sono le stesse di quelle previste per la carta d’identità cartacea, pertanto è necessario rivolgersi al proprio Comune di residenza e fare la consueta richiesta, la domanda deve essere accompagnata da un documento di
riconoscimento valido da mostrare al dipendente pubblico per l’identificazione del richiedente. L’unico consenso riguarderà il prelievo dell’impronta digitale dell’indice della mano sinistra.
Il Comune in collaborazione con il Centro Nazionale dei Servizi Demografici assicura e garantisce la gestione unitaria del sistema di emissione della CIE, la sua funzionalità, trasparenza e sicurezza dei processi di autenticazione e convalida delle informazioni anagrafiche, provvede ad emettere la CIE e rilascia per la sicurezza del cittadino, anche 3 codici personali segreti consegnati in busta chiusa:
-        PIN: numero identificativo personale segreto necessario per il riconoscimento dell’utente;
-        PUK: codice per sbloccare il PIN qualora si sbagli per 3 volte la digitazione o se si dimentica il     proprio numero;
-        CIP: per bloccare il PIN se la carta viene smarrita o rubata.

 La CIE, la nuova carta di identità elettronica può essere richiesta da tutti i cittadini italiani in
possesso di regolare codice fiscale.
In caso di Furto della carta d’identità: il cittadino dovrà presentare, alle autorità competenti, la denuncia di furto.
In caso di deterioramento, invece, il cittadino dovrà sottoscrivere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante l’avvenuto deterioramento del documento e presentare contestualmente il documento originale deteriorato. 
Inoltre, il nuovo documento di riconoscimento elettronico permetterà ai cittadini di espatriare senza la formazione di ulteriori documenti, salvo i casi in cui il documento non risulterà valido per l’espatrio.
 La validità della Carta d’Identità elettronica è uguale a quella della carta d’identità cartacea tradizionale, ovvero, di 10 anni. Mentre per quanto riguarda i minori di 3 anni la validità è ridotta a tre, mentre per i minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni la valenza sarà di cinque anni.

Per ulteriori informazioni Adoc resta a disposizione dei propri associati. Contattateci al numero 0883/884840 oppure recatevi presso la nostra sede sita in via Ugo Bassi, 53.